In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
L'opera, purtroppo, incompiuta, di Donato Antonio De Capua sulle
strade di Bitonto, ha già il merito di aver dato maggiore spessore di consapevolezza culturale almeno ad una parte dell'onomastica stradale
bitontina, che altrimenti rischiava di restare solo un riferimento nominale senza
un serio aggancio storico a chi meritò l'intitolazione(20).
Ci tocca allora "rispolverare le lapidi" per ridare evidenza ad un riferimento storico a cui i nostri antenati evidentemente tennero, se è vero che
privilegiarono un certo gemellaggio fra tanti, tra una strada, piccola o
grande non importa, e una personalità che talvolta appartenenva al nostro
passato nunicipalistico.
Un arco, sito in Via Sedile, porta, ad esempio, il nome di Don Carlo
Saracino, morto il 27 Aprile 1805: un nome, una persona!, che e restato così nei paraggi di quella zona, a poca distanza dalla vecchia chiesa di
S. Egidio, perchè ne fu parroco per ventisette anni.
La pietà popolare lo consacrò "maturus meritis" già con una pietra
tombale che, nella chiesa sconsacrata, resta a ricordare il ministero pastorale di un sacerdote che oggi recuperiamo ai ricordo dei Bitontini.
Il prete, che spesso resta il 'proletario'" della gerarchia ecclesiale, questo inquietante destinatario di un Mistero, scelto come occasione e
testimone dei rapporti e degli accadimenti tra l'uomo e Dio, appartiene alla coscienza religiosa e civile di tutti. Che sia perduto nelle zone d'ombra della
storia o giaccia nell'anonimato del proprio tempo o si agiti nelle crisi ricorrenti d'identità, il prete (il sacerdote!) contiene un dono incandescente, e
noi dobbiamo aiutarlo a portare, a preservare, a non sciupare! Perchė «il
sacerdozio è un dono di Dio, e i doni non si restituiscono» (GIOVANNI
PAOLO II).
Don Carlo Saracino, così, ha ripreso misteriosamente il suo mistero
sacerdotale tra noi, costringendoci a queste considerazioni che non riguardano solo un certo ruolo nella Chiesa, ma anche il posto,
magari controverso, che il prete deve avere nella società degli uomini.
(20)D. A. De Capua, Onomastica stradale della città di Bitonto,vol. I - Bitonto 1964