In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 16-01-1550 ...


Il 1507 abbiamo già registrato l'infeudamento di Bitonto fra le "cose" dei Cordova. E circa mezzo secolo più tardi, il 16 gennaio 1550, un Cordova, Don Consalvo Fernandes, veniva a Bitonto nelle sue vesti di esattore saltuario. Bitonto, ahinoi!, era un peso per l'illustre marchese ed egli espresse a mezza voce un desiderio: si sarebbe disfatto volentieri di una città così riottosa e... ingrata, se essa fosse riuscita a riscattarsi. Il prezzo? Sessantaseimila ducati di Carlini d'argento.
Da quel giorno i Bitontini non vissero che per il riscatto. Durò un anno e mezzo, fino al maggio del 1551, la disperata ricerca di quei ducati, affidati, in un lento stillicidio, ai reggitori della Universitas.
Ed ecco i nomi di coloro che per primi salutarono Bitonto libera dopo aver apposto la loro firma sull'atto notarile stipulato a Napoli: Jacopo Antonio Carofilio, Pietro Renda, Giovanni Antonio Bove, Giovanni Allitto.
Che dire di questa transazione? Certo, avremmo preferito un altro tipo di riscatto, magari con un gesto di epopea risorgimentale... Ma dobbiamo storicizzare l'avvenimento: in quel tempo le città erano sole di fronte ai loro padroni, piccole o grandi dinastie, ma sempre avide ed opprimenti. Era facile cadere dalla padella alla brace.
I Bitontini dell'epoca lo sapevano per secolare esperienza. Si liberarono dei Cordova, ma si affrettarono a mettersi sotto la protezione di Carlo V. Sul cui regno non tramontava mai il sole...