In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 20-02-1488 ...


Dicevamo dei nomi delle strade: trattengono nella memoria sociale personaggi e avvenimenti che, altrimenti, resterebbero nell'oblio. C'è un vico a Bitonto che oggi vogliamo esplorare insieme: Vico Beccherie Lisi.
Un nome prosaico?Piazza Castello Eppure questo vico ripropone alla nostra considerazione un interessante particolare della organizzazione sociale ed economica del XV secolo: il settore dei rifornimenti delle derrate da macellazione (19). Fino al 20 febbraio 1488 era la 'Universitas' bitontina che si doveva occupare del rifornimento della carne: poi furono vendute per 200 ducati a Fabrizio de Surciatis. Una specie di appalto 'ante litteram', più tardi trasferito alla famiglia Lisi.
Le beccherie si trovavano in Piazza Baresana, «ne lo largo del castello», in uno di quegli scantinati che vanno dalle fondamenta del castello a quelle di San Gaetano (il Pasculli accenna invece ad un orticello nelle adiacenze di casa Regna).
Non sappiamo di altre beccherie: evidentemente bastava quella su descritta a soddisfare le esigenze di una città. Cioè, di quel ceto che poteva permettersi di mangiar carne... E' significativo, infatti, che l'Uomo è stato chiamato 'mangiatore di pane': questo è stato un cibo più universale, e poteva rappresentare una categoria comprensibile per descrivere l'astrazione filosofica che è l'Uomo. E poi si sa che noi siamo `ciò che mangiamo'.

(19)A. CASTELLANO, Toponomastica urbana, «La nostra Bitonto», nov. 1961.