In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Ed ecco, puntualmente, un'altra conferma sull'odissea di una città alla deriva, segnata passivamente dalle vicende delle Case regnanti. Alla pace di Lodi (1454) Bitonto era immersa nel Regno di Napoli, dominio degli Aragonesi, ma durarono meno di mezzo secolo gli effetti di quel tentativo di stabilizzazione. Prima Carlo VIII e poi Luigi XII, con le loro incursioni in terra italiana, vi portarono di nuovo scompiglio e precarietà. E Federico d'Aragona, agli sgoccioli del suo triennio di regno, dopo il quale andrà in esilio in Francia, proprio dove avevano avuto impulso le spinte della destabilizzazione del suo regno, cedeva Bitonto a Giacomo Pignatelli.
Per 1300 ducati la potente famiglia napoletana faceva il suo investimento nel lontano feudo: e così, il 24 marzo 1498 Bitonto conosceva i nuovi padroni che venivano a fare le loro brave esercitazioni del potere, mentre il Regno di Napoli era smembrato tra Spagna e Francia.
La Puglia fu assegnata alla Spagna.
Ora, come non pensare almeno ad un diffuso scetticismo nei più e ad un acuto senso di disperazione nei migliori, per questo stillicidio di prepotenze, per questa interminabile passerella di padroni?
Certa insensibilità della Bitonto di oggi, fatta di fatalismo, di noncuranza, di privatismo, non potrebbe avere le sue radici in quelle epoche umilianti e frustranti?