Chiesa di S. Francesco
Secondo la tradizione la costruzione di questa chiesa è la testimonianza del soggiorno di San Francesco d'Assisi a Bitonto nel 1222. La denominazione "della scarpa" è da riferire all'ordine conventuale che si insediò nell'edificio piuttosto che al luogo sul quale sorse: il contrafforte, la scarpata o scarpa delle antiche mura della città. La costruzione della chiesa e del convento, iniziata sul finire del sec XIII, durò parecchi decenni sotto la direzione di Sergio Bove, sollecitato da Carlo d'Angiò. La chiesa fu consacrata agli inizi del XIV sec. dal vescovo Leucio. L'edificio, che si erge austero e solenne su un'ampia scalinata che lo rendo ancor più imponente, conserva della struttura originaria soltanto la facciata ed il coro. La facciata, nella suo semplice struttura a capanna, è impreziosita da un ricco portale con stipiti e cornici scanalate ed un doppio archivolto decorato a foglie e pigne, in cui il primo arco poggia su lesene ed il secondo su delicate colonnine con capitelli. In asse con il portale si apre la meravigliosa trifora con il grande arco ellittico a sesto acuto. Ricorrente nelle decorazioni è l'immagine del bue, simbolo della famiglia Bove. L'esterno evidenzia su un lato della facciata un cappellone cinquecentesco costituito da un volume cubico con sovrastante alto tiburio e cupola tronco-conica, sull'altro lato il campanile a tre piani con cupola piramidale a bulbo, databile 1600. L'interno è formato da una grande aula rettangolare che conserva pregevoli opere d'arte come l'altare cinquecentesco con mensa di marmo mischio nel primo cappellone a sinistra, una bella tele di Gaspar Hovic ("Madonna e Santi") lo stupendo affresco trecentesco raffigurante "S. Francesco d'Assisi", quello bizantineggiante, anch'esso trecentesco, della "Madonna col Bambino". Ancora nella chiesa si possono ammirare: una tela di "S. Giuseppe da Copertino" di Carlo Rosa, la pregevole statua lignea seicentesca della "Maddalena", il "Cristo Morto" e la seicentesca statua lignea dell'"Immacolata". Pregevoli reliquiari sono collocati nel seicentesco altare delle Reliquie, di diritto patronato della famiglia Planelli, mentre une bella statua cinquecentesca di "S. Antonio" si trova sull'omonimo altare fatto costruire dalla confraternita che operò nella chiesa sino all'ottocento. La chiesa conserva un elegante pulpito barocco in legno e radica di noce con decorazioni in oro. L'abside, coperto con volta a crociera, è arricchita da elementi artistici: una "Madonna" con lo stemma dei Planelli, una lastra sepolcrale del vescovo Leucio, un'epigrafe con lo stemma dei Bove, e affreschi quattrocenteschi firmati dall'autore, il pittore Pandus. Il recupero della chiesa, dopo anni di inesorabile abbandono, si è reso possibile grazie all'opera meritoria del locale Centro Ricerche di Storia e Arte.