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Chiesa di S. leone

II complesso di San Leone fu fondato dai benedettini nella metà del sec. XI, fuori delle mura della città; menzionato nel Codice Diplomatico Barese nel 1105 è documentato nel 1148 per una donazione alla Badia del marchese Manfredi. La tradizione lo vuole esistente già nei sec. IV e V ed abitato dai Basiliani. Certe sono la potenza e la ricchezza del monastero che oltre a fregiarsi del titolo di Abbazia Reale ottenne anche il privilegio della fiera annuale all'interno dell'ampio recinto, menzionata dal Boccaccio nel Decamerone (novella X, giornata IX). Abbandonato dai benedettini e dai cistercensi nel XV sec. subì un forte degrado. Successivamente fu concesso dal re Alfonso di Napoli alla Congregazione degli Olivetani, che operarono per il suo risanamento e per il recupero della potenza e del prestigio che il monastero aveva avuto in passato. Furono gli Olivetani ad edificare il chiostro cinquecentesco ancora, in parte, visibile. Dopo la soppressione degli ordini monastici, la chiesa fu nuovamente abbandonata e cadde in rovina fino all'intervento dei Frati Minori Osservanti (1881) che la ristrutturarono e la fecero riconsacrare nel 1898.
Attualmente la chiesa presenta la struttura del sec. XIII anche se molti rimaneggiamenti ha subito nel tempo. Sul lato Sud si vedono il portale di ingresso piuttosto recente poiché l'antico è stato chiuso durante uno degli interventi di restauro ed il campanile a vela del sec. XIII posto in corrispondenza del transetto. Sul lato Ovest, lungo via De Gasperi, si può ammirare il rosone a raggiera di raffinata fattura in corrispondenza del quale doveva esservi l'ingresso principale della chiesa. L'interno, restaurato nel 1886 dall'arch. Bernich, si presenta ad aula unica coperta dalla volta ricostruita che ha sostituito l'originario soffitto ligneo a due falde. L'aula è illuminata da sei monofore e termina con un arco ogivale attraverso il quale si acccde al transetto. L'attuale altare maggiore ha la base costituita da un antico capitello mentre gli altari posti lungo la navata sono in stile neogotico. Le tre pareti del transetto sono decorate con diversi cicli di affreschi, risalenti al XIV-XV sec., che rispondono ad un unitario programma iconografico di esaltazione degli ordini monastici, in particolare di quello benedettino. Sulla parete di fondo del coro sono raffigurati il Cristo in trono sorretto da due angeli, gli Apostoli c, più in basso, l'Inferno ed il Paradiso. Nella parete destra i quattro Evangelisti e altri santi, in quella sinistra il grande "Albero della Croce". Il chiostro, realizzato nel 1523 dagli Olivetani e di cui rimangono solo due lati, è definito da colonne con raffinati capitelli su cui si impostano le volte del porticato.

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