Fotogallery

Chiesa del Purgatorio

La chiesa, raro esempio di committenza confraternale, fu edificata nel 1670, come attesta l'iscrizione sull'architrave del portale d'accesso, dalla Confraternita del Purgatorio su un terreno concesso dal vescovo Tommaso Acquaviva d'Aragona e consacrata nel 1688 dal vescovo Filippo Massarenghi. La facciata principale, che termina con un fastigio cuspidato, evidenzia con nettezza che la chiesa è dedicata alle anime del Purgatorio che attendono la salvezza e sperano nell'intercessione della Madonna. E' delimitata, nel piano inferiore, da coppie dii lesene di ordine dorico che sorreggono una cornice con fregio arricchito da triglifi e metope in cui si alternano teschi umani e ossa incrociate. Teschi di prelati e re ed il ricco gruppo scultoreo delle anime in fiamme in procinto di essere salvate dagli angeli ornano la trabeazione del portale; la porta lignea datata 1677 è delimitata da lesene di ordine dorico che reggono la trabeazione.
Volute barocche e due scheletri, uno con la clessidra, l'altro con la falce, completano la facciata. I due scheletri reggono una iscrizione inesorabile, ma che indicano in modo inequivocabile il pensiero della chiesa del XVII secolo:

"QUA HORA NON PUTATIS, VENIAM ET METAM"

Progettista dell'edificio fu, molto probabilmente, l'architetto Michelangelo Costantino. L'interno, ad aula unica, è scandito do tre arcate per lato. Solo quattro, però, sono gli altari rimasti: due seicenteschi e due ammodernati nel 1700. Seicentesco è l'altare in pietra dedicato ora al Cuore di Gesù, ma precedentemente a S. Cristoforo del quale c'era un affresco, ormai scomparso, eseguito da Carlo Rosa. Dello stesso periodo è l'altare delle Reliquie che ha uno schema compositivo classicheggiante con volute barocche. Ancora del seicento è il paliotto ín pietra dell'altare maggiore; pregevoli teste di puttini-cariatidi intagliati nella nostra pietra dura fungono da reggimensa. La cena dell'altare maggiore, di gusto neoclassico, è in marmo; sono ancora visibili nei cartigli e nel ciborio, con un'elegante porticina sulla quale sono scolpite le anime del Purgatorio, tracce della decorazione barocca. Nella parte alta della controfacciata sono collocati dipinti seicenteschi provenienti probabilmente da altari non più esistenti: "San Carlo Borromeo", autografato da Nicola Gliri, l'"Immacolata" attribuibile all'Altobello, allievo di Cesare Fracanzano ed un piccolo "Cristo portacroce" dí pittore ignoto. La chiesa ospita le immagini sacre dell' "Addolorata" (sec. XVIII) e del "Cristo morto" (sec. XIX), che con il Legno santo sfilano processionalmente per le vie della città la notte dei Venerdì santo.

Fotogallery