In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 01-01-1507 ...


Nemmeno a farlo apposta, subito una data tristemente emblematica e significativa nella Storia di Bitonto, un avvenimento che emerge tra altri simili soltanto per la levatura, per la notorietà universale di alcuni protagonisti.
Ma lasciamo raccontare al De Simone, dalla lettera del giugno 1877 al vice pretore di Bitonto, avv. Mauro De Marinis: «... il 1º gennaio del 1507, Ferdinando che da breve era venuto di Spagna, gridò Marchese di Bitonto lo stesso Gran Capitano(C). Il quale, benchè fosse umano, prode, virtuoso e cortese, era però sempre un molesto padrone pei Bitontini, svisceratissimi della loro indipendenza ed abborrenti da ogni servitù».
Ed ecco i protagonisti: Ferdinando II d'Aragona(B), uno dei comprimari dell'impresa di Cristoforo Colombo, modesta figura di sovrano plagiato dalla ben più spiccata personalità della consorte, Isabella di Castiglia(D). Poi, Consalvo di Cordova(A), detto il «Gran Capitano(C)» per le sue vittorie sui Francesi (una proprio dalle nostre parti, a Cerignola). E, naturalmente, Bitonto, feudo di turno di nuovi padroni...

Così Bitonto passerà dal duro vassallaggio sotto Andrea Matteo Acquaviva, di fede francese, al vassallaggio, che più tardi potrà chiamarsi «illuminato», sotto Consalvo. Ma continuerà a recalcitrare, e nella memoria della nostra Città resteranno le cicatrici delle umiliazioni subite, ma anche l'insofferenza per gli insulti della storia.
Un anonimo bitontino potè così cantare:

Bitonto misera,
or sei l'ostello
spiacente agli uomini,
a Dio rubello;
risorgi vindice
dal tuo torpore
e mostra ai perfidi
che hai mente e core!

Sì, c'è enfasi in questi versi, ma c'è anche passione politica.