In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 15-04-1838 ...


La scena presenta un interno, stile Rinascimento. Le ancelle fanno da coro, turbato e complice, ad una duchessa sognatrice ed innamorata, che narra con dolce voce di soprano i suoi sogni, i suoi presagi. Il duca è folle di gelosia proprio a causa di quei sogni importuni, da cui egli si sente escluso e, quindi, tradito. Intanto il suono cupo dell'orchestra esprime con intensa onomatopea il tormento del duca esasperato dal sensuale recitativo della duchessa dormiente...
I fortunati Bitontini che la sera del 15 Aprile 1838 (era il giorno di Pasqua) parteciparono all'inaugurazione del 'nostro' Teatro Stabile, trovarono sulla scena l'azione teatrale appena descritta: era la PARISINA di Gaetano Donizzetti, su libretto del Romani, che da soli cinque anni era rappresentata sulle scene italiane.(13)
Quel teetro, più tardi ridotto a cinematografo (l'UMBERTO), iniziava così la sua breve e varia ed inrensa storia: non ebbe vita lunga in quanto durò solo 120 anhi, e malegratamente fu abbandonato all' inevitabile perimento e alla distruzione.
Resta oggi solo il perimetro di quel "teatro costituito di bella pianta su di un suolo a bella posta" (D. VALENTE), ma in molti è rimasto come ca ro luogo della memoria, abitato ancora dalle ombre di numerosi spettacoli: lirica, rivista, film. Film della Metro, della Columbia, degli Artisti Associati. Storie di uomini, esaltanti patetiche violente, che si sono sueccedute dalla PARISINA in poi, e che hanno fatto di quel luogo un concentrato di vissuto ad alto potenziale emotivo e spettacolare.
Quel lungo narrare, passando, ad esempio, da DUELLO AL SOLE a LADRI DI BICICLETTE, da I TRE MOSCHETTIERI ai TARZAN, si concluse con un film d'altri tempi: LA PICCOLA PRINCIPESSA (o almeno fu l'ultimo film che io vi vidi).
Poi quel locale, dove s'era celebrato il rito sociologico del cinema nella sua epoca d'oro, fu abbandonato. Per me quei palchi superstiti e decorati che si intravedono da un'ampia finestra, costituiscono tuttora come uno scrigno inviolato di ricordi e di sogni, ove resistono tutte le care ombre dell'immaginario e dell'infanzia dell'uomo... Quel cinema l'ho sognato tante volte e, come succede nei bei sogni, il mio entrare ed avanzare in esso è sempre bruscamente interrotto. Non si può mai più tornare, è vero, nelle "terre promesse" del proprio passato, quando i film ci facevano sperimentare "i nostri sentimenti allo 'stato puro'... con quei quattro o cinque sentimenti fondamentali (gioia, amore, odio, terrore e simili).. "(GIACOMO DEBENEDETTI).

(13)A. Amendolagine, Bitonto non vuole perdere il teatro, un gioiello dell'800, La Gazzetta del Mezzogiorno, 1 maggio 1979

Nota: il Teatro oggetto di questo articolo è stato riportato al suo splendore ed è attualmente forse il più significativo luogo di Cultura di Bitonto: è il teatro "T. Traetta"