In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa,
quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita"
da parte mia.
"Il" 18 aprile per eccellenza! E qual è mai nella storia italiana se non il
18 Aprile 1948?
Mai votazione in Italia ebbe vigilia più lunga e tormentata: era praticamente iniziata il 1947, quando la situazione internazionale
compromise definitivamente quella singolare solidarietà nazionale tra i partiti democratici
che avevano dato vita al Governo Parri, inaugurato il 20 giugno 1945. Il
'48 si schierarono soprattutto due blocchi, contrapposti duramente, disperatamente: non capivo allora la posta in gioco, ma ricordo bene che c'era
tensione nell'aria: la sentivo, sorda polemica feroce.
Lo scontro fu senza esclusione di colpi. Due «chiese» si contrapponevano con i loro dogmi, i loro slogans, i loro profeti. Fu un confronto
serrato; non si risparmiò nulla per convertire alla fede comunista o democristia
na! La stampa, i manifesti, i comizi, le «ore liete» anche, con tono rovente
e talvolta apocalittico, urlarono la fede di partito e, soprattutto, denigrarono l'avversario. Fu un'altra guerra civile,
non guerreggiata eppure violenta, totale.
Su IL FILO D'ORO dell'epoca ritrovo intatta l'atmosfera di quella
mobilitazione(15). Una citazione: «La religione non è un affare semplicemente privato, con nessuna interferenza nel campo sociale e politico... La
religiosità della politica, che noi professiamo, richiede invece la costituzione di un organismo sociale impregnato di una civiltà essenzialmente
cristiana, esprimente nella sua stessa struttura profana e temporale il voto profondo e la fede esultante delle persone umane che lo compongono» (IL
PRESIDENTE DI GIUNTA)
E' l'ottimistica e coerente concezione mariteniana della storia, della società e della Chiesa, che divenne il dignitosissimo e stimolante supporto di
un programma politico e nobilitò in una sintesi superiore, di fede politica
sociologia, ció che rischiava di restare soltanto una crociata anticomunista
per esorcizzare il volto truce dello stalinismo.
Perciò, nonostante "quel" 18 aprile, comunque da capire, da storicizzare, e da accettare!, preferisco le attuali prospettive di uno Scoppola: "I
cattolici democratici trovano punti di contatto con i comunisti, hanno necessità di un rapporto, di un confronto con il PCI, e sono
vitalmente interessati all'evoluzione del PCI", che sono l'ulteriore attualizzazione del
pensiero di Aldo Moro che, alcune settimane prima della cattura, accennava a "una situazione che è indiscutibilmente eccezionale", che
doveva spingere a "sperimentare un costruttivo rapporto tra partiti molto diversi che la
realtà della situazione obbliga a non ignorarsi ed a non paralizzarsi, provocando con ció la paralisi, e forse peggio, dell'Italia".
Diversi anni prima del dialogo Moro-Berlinguer, profeticamente, Graham Greene aveva affermato che molto sarebbe stato perdonato ai cattolici
ed ai comunisti «perchè molto hanno amato»! Insomma, destinati ad essere comunque compagni di strada e, di piu, attratellati nel benevolo giudizio
della Storia.
Qualcosa del genere presentì anche Alcide De Gasperi quando affermava: «Ho cercato anche di attuare la mia azione seguendo un certo
sentimento generoso verso l'avvenire, un senso di speranza all'evoluzione di
partiti.. Ho cercato la collaborazione di tutti, ho messo alla prova la collaborazione di tutti, mai ho avuto un punto di vista angusto di fazione ristretta o di partito.
Ho sentito nell'anima questa fraternità universale che
mi veniva ispirata dal cristianesimo».
Sono parole del 1947.
(15)A. Filo d'Oro, anno VI, 5/suppl. 1-4-48