In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
L'invenzione della lampadina elettrica con filamento di carbone, ad
opera di Thomas Alva Edison, risale ormai a più di un secolo fa, esattamente al 1879. La prima rudimentale lampadina, pur così lontana dai succesivi
perfezionamenti (uno fra tutti, la valvola termoionica), apriva una nuova era con enormi implicazioni economiche e sociologiche.
La stampa e le sempre più ammirate esperienze di chi aveva avuto la
fortuna di osservare da vicino il miracolo della luce serale, diffusa con
quell'insperato mezzo asettico, sollecitavano nei singoli e nelle comunità
l'emulazione e il desiderio di inserire quanto prima, nel tessuto urbano, un
impianto così rivoluzionario.
Il 1893, dopo una visita a Milano del sindaco Pasquale Cioffrese, in
missione speciale appunto per valutare da vicino effetti ed infrastrutture
della elettrificazione, il Consigio Comunale creava finalmente i presupposti burocratici per «illuminare» Bitonto. Bisognerà attendere però ben otto
anni: soltanto il 21 Aprile 1901 il sindaco Vito Fione inaugurava l'impianto
con un veglione al Teatro Umberto e con alcune iniziative di beneficenza a
spese dell' Amministrazione Comunale e della Società napoletana che aveva
vinto l'appalto delle forniture elettriche.
Bitonto ebbe così il terzo impianto della Puglia, preceduta soltanto, in
provincia, da Terlizzi e da Bisceglie.
L'accensione ufficiale delle lampadine avvenne alle ore 19, merito anche della Società torinese «Luce e Forza» che aveva progettato e rcalizzato
la notevole opera. Alcune piazze della nostra città conservano ancora i cimeli di quella elettrificazione.
«...Percorresti
città,
il tuo gran fulgore arriva
a illuminare le esistenze...»
(così Pablo Neruda a proposito dell'elettricità).