In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
«...La primavera intanto avanzava e le figlie del mio principale comincia-
vano ad uscire più di frequente per passeggiare nella Villa tutta in fiore o
per ascoltare, in piazza, la banda diretta dal valente maestro Delle Cese.
Francesca, sui diciassette o diciotto anni, era allora al suo pieno splendore
e non c'era uno che, vedendola passare, non si volgesse ad ammirarla... ».
La prosa suggestiva di Giuseppe Caiati(A)(B)(C)(D)(E)(F)(G)(H), come la pittura di un De Nittis
o una sequenza cinematografica di un Bolognini, riescono solo in parte a
restituirci il profumo dell'epoca (la fine dell'Ottocento) che resta un accattivante momento di grazia e di stile soprattutto nell'area europea(17).
Ora, al centro del «quadro» tratteggiato con sobrietà e passione dal
Caiati (quella Francesca è già personaggio in quella pagina di ALTRI
TEMPI, al centro del quadro c'è la musica, o meglio, la bacchetta del
Maestro Davide Delle Cese, che inizialmente operò come direttore della
banda di Bitonto, per il cui concorso superò ben ottanta concorrenti(18)
La banda da lui organizzata con 47 musicanti bitontini, fu subito in
condizione di esibirsi sulle piazze italiane e diventò tra le più richieste. I1
complesso Delle Cese aiutava quindi egregiamente a soddisfare quella «domanda» di musica che veniva dai ceti popolari e comungue da tutii coloro
che non potevano permettersi un palco a teatro.
Nella lunga stagione che andava dai primi mesi caldi fino al'autunno,
sulle nostre piazze si poteva finalmente ascoltare l'ultima produzione operistica e sinfonica e i classici di sempre (naturalmete arrangiati),
che estasiavano il pur esigente orecchio degli ascoltatori in piedi sotto gli alberi o seduti al Caffè alle prese con un sorbetto..
«Tutt'a un tratto, sotto i balconi, la banda scoppió in un passodoppio
furibondo..»: questa volta è Verga a mettere al centro di un'animata scena
corale una banda che suonava per la festa del Patrono e che costituiva il
pezzo forte di tutta la festa. Le bande rappresentavano quindi uno dei più
forti richiami culturali in provincia e ben presto sulla fatica di Davide Delle
Cese convennero apprezzamenti e giudizi favorevoli della critica musicale
dell'epoca. Infatti il 20 Aprile 1892, a solo un anno dall' assunzione dell'incarico di direttore musicale a Bitonto, il giornale
«MERIDIONALE» testimoniava senza riserve «la competenza e valentia tecnica del maestro. Egli
scrive per banda come pochi sanno scrivere e quei tali effetti o coloriti che
ricava con tanta sicurezza e maestria sono la prova solenne della grande
specialità, dei suoi studi per la banda... L'interesse che prendeva ognuno
per questa festa dell'arte era immensa».
Da Delle Cese a V. Bellezza, a P. Stellacci, a F. P. Vacca, e ai Cappiel-
lo, China, Del Re, Luiso, Suriano... il passo è breve. Ed è ancora storia
musicale bitontina.
(17)G. Caiati, id
(18)M. Giorgio, Davide Delle Cese, musicista e direttore d'orchestra, Studi Bitontini 1973/9