In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 17-03-1943 ...


«Non ti ho scritto prima perchè volevo finir di leggere il tuo 4º volume di Religione. Completai la lettura il giorno 9, ma poi son tornato a leggere le pagine che mi avevano maggiormente colpito... Per ricchezza, per felicità d'espressione, per calore, anche questo libro è magnifico; anzi mi sembra più suggestivo e profondo degli altri... Fra le pagine più belle: la vera libertà; le pretese dei giovani... delle ingiustizie che si possono commettere perfino difendendo una buona causa... sui vantaggi fittizi e sul danno reale della bugia...».
É una lettera indirizzata da Giuseppe Caiati(A)(B)(C)(D)(E)(F)(G)(H), il 17 marzo 1943, a Giovanni Modugno(18): una fraterna e leale recensione di quel «Corso di Religione» che contiene il meglio della riflessione religioso-morale-esistenziale del Modugno. Una recensione senza piaggeria (Giuseppe Caiati(A)(B)(C)(D)(E)(F)(G)(H) accenna, ad esempio, ad «una certa freddezza e povertà di sviluppo della prima parte»), ma nel complesso entusiasta, perchè egli notava una concreta incarnazione del Vangelo nella situazione psicologica ed esperienziale dei bambini. Una luce che il Caiati, però, ritiene quasi sprecata perchè è rivolta a dei ragazzi... Sorprendente un'affermazione del genere in un uomo che pure tanto ha dato ai piccoli. Sorprende grandemente che egli potesse dire: «Che peccato utilizzare tanta sapienza viva soltanto in un libro per ragazzi!»(19).
Non sono d'accordo: se dovessi scegliere per sempre, a quale uditorio riferirmi e rivolgermi, sceglierei senza dubbi di sorta di rivolgermi ad una platea infantile. Perchè il bambino è «il padre dell'uomo», e si offre alla parola sapiente con tutta la forza virginale di un cuore ben più disponibile di quello degli adulti.
Ho voluto essere altrettanto sinceramente critico verso questo scritto del Caiati, per non cedere alla tentazione di una lettura pigramente consenziente. Specialmente quando si ha a che fare con quel particolare tipo di documento che è una lettera, bisogna fare i conti con tutti quegli elementi che possono renderla troppo soggettiva e dominata dall'umore, dall'impressione del momento.
Ci sono lettere, o brani di lettere, che sono state scritte dalla mano sinistra dei grandi uomini. Càpita a tutti.

(18)G. Caiati, Lettere ai Familiari, Bari 1975.

(19)E' sorprendente che nei tanti bei libri di Giuseppe Caiati(A)(B)(C)(D)(E)(F)(G)(H), sono molto poche le pagine dedicate al suo insegnamento, alla sua concreta fatica scolastica.