In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 18-03-1832 ...


Esistono i manuali politici, i sacri testi ideologici: a quando una capillare diffusione dei manuali della prassi amministrativa?
In questa epoca di democrazia diffusa e di decentramento, perchè non fornire il cittadino (che potrebbe operare in un consiglio comunale o di quartiere, negli organi collegiali o nei consigli di gestione dell'unità sanitaria locale...) di un testo fondamentale che l'aiuti ad affrontare gli impegni nuovi della partecipazione?
Sarebbe, intanto, interessante leggere una «storia di Bitonto» ricavata dai suoi consigli comunali: sono certo che scopriremmo eminenti personalità, per scienza e per tempra; come pure spererei che, al confronto, vampe di rossore salissero ai volti di pietra dei profittatori e degli inetti, di ieri e di oggi!, che hanno occupato le sedi comunali.
Carmine Sylos appartiene certamente agli amministratori della prima categoria, e per ora ne illustrerò i meriti nel settore dei lavori pubblici che furono eseguiti durante la sua gestione: la sistemazione dell'ex-convento di San Domenico che divenne la prima sede del Comune; il rinnovo della pavimentazione da piazza Cavour a casa Ancarano e da piazza Cattedrale alla Porta Robustina; il rifacimento di molti tronchi di pavimentazione urbana e della sottostante fognatura; la sistemazione del piazzale di Porta Robustina e della strada che di qui volge verso S. Teresa con i rispettivi contrafforti; il restauro delle vecchie mura; la cura delle strade vicinali da/per il Tratturo, e delle strade verso i centri viciniori...
Come riuscì Carmine Sylos a concretizzare col suo impulso tante realizzazioni che sono tuttora sotto i nostri occhi?
Lo spiegava egli stesso, il 18 marzo 1832, all'Intendente di Bari con una chiarezza ed una convinzione che difficilmente potrebbe essere uguagliata da un amministratore d'oggi. Ascoltiamo: «Oltre del maestro e di un soprastante ai lavori, sarà l'assistenza del guardiano rurale che tre volte al giorno chiamerà la rassegna dei lavoratori tutti e li terrà solleciti, e l'assistenza di uno dei deputati delle opere, per ottenervi la maggiore economia e la maggiore regolarità di esecuzione. Ogni sera alla calata del sole, sulla nota nominativa dei lavoratori e al prezzo della giornata fissato per ciascuno, dietro certificato dei deputati, dal Cassiere, per mezzo del guardiano rurale, saranno soddisfatti i braccianti»(20)
Il che dimostra che una saggia ed equilibrata ed efficiente amministrazione della cosa pubblica già era possibile il secolo scorso, in un momento storico preunitario, quando le leggi non erano ancora adeguate alle complesse questioni di un inurbamento che diventava sempre più intenso.
Alla carenza delle leggi e alla novità delle situazioni supplivano, negli amministratori di quel tempo (già ne abbiamo incontrato diversi), il gusto del fare bene, una limpidezza operativa e una chiarezza di idee che, non contrastate dal tornaconto personale (il più delle volte si trattò di aristocratici e di alta borghesia) e da velleità demagogiche, dotarono Bitonto di beni che sono loro sopravvissuti e testimoniano una genialità che oggi purtroppo stentiamo a rintracciare dalle nostre parti.
«Le città sono vive» testimoniava incessantemente Giorgio La Pira. Ma noi possiamo anche ucciderle, paralizzarle, per inettitudine, per incapacità, per disonestà. E la Pira continuava:
«Amatela questa Città, come parte integrante, per così dire, della vostra personalità».

(20)«La nostra Bitonto» 3, Novembre 1961., p. 10.