In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 23-04-1929 ...


«A voi giovani raccomandiamo l'Italia...è troppo bella. Sulle vostre spalle è già troppo che io adagi il dolce immortale peso dell'unamità, dell'esilio e il grande sogno della Nuova Europa»: queste parole, pronunciate a Napoli, da Giuseppe Mazzini, possono fare benissimo parte del suo testamento spirituale e di quanto di più attuale e perenne resta del suo pensiero politico. Non furono scritte, però, ma affidate ad un Bitontino che, per interessamento di Giovanni Bovio, potè fargli visita: si trattava dell'avvocato Pasquale Carbonara.
Questi, mazziniano da sempre e sulla stessa lunghezza d'onda dei maggiori eredi di quella riflessione e prassi politica, «ebbe rapporti non solo con Bovio, ma anche con Carducci, Saffi, Cavallotti, Imbriani, Balzilai, Colaianni, ecc.», come annota il prof. Pasculli nel suo breve profilo del Carbonara.
Fu quindi un uomo attraversato dalle inquetudini sociali del tempo e certamente non fu impantanato nel «riflusso» della politica contemporanea che ormai scivolava sempre nella partitocrazia che nè Destra nè Sinistra seppero, e vollero, scongiurare.
Notevole e significativo il ruolo che l'avv. Carbonara ebbe anche hell'assegnazione delle terre del demanio ai proletari di Ruvo di Puglia: ruolo ch'egli svolse all'insegna d'una coraggiosa ed esplicita «scelta di classe».
L'avvocato Carbonara, deceduto a Bitonto il 23 Aprile 1929, visse abbastanza (era nato il 1847) per cogliere nel contesto bitontino degenerazioni e tensioni che convertirono il giolittismo in fascismo. E fu, pericolosamente, sulla sponda opposta dei Cioffrese, dei Pannone, e dei loro «mazzieri».
Un suo studio sulla questione politica nelle opere di Ugo Foscolo, che aveva attirato l'attenzione del De Sanctis, fu quindi profetico della degenorazione di una politica e del sistema, proprio com era avvenuto con il Fscolo che aveva dovuto assistere all'offuscamento delle speranze liberali e democratiche suscitate dal bonapartismo. Pasquale Carbonara costituisce quindi un altro importante tassello di quella storia locale che resta tuttora la robusta radice democratica e antifascista della nostra migliore tradizione politica e culturale.