In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 26-04-1664 ...


Si giocò a dadi ai piedi della Croce "quel" Venerdi Santo. E si giocò a carte, secondo la tradizione, su una grossa pietra d'altare nella chiesa del Crocifisso quando (nel XVII secolo) era soltanto "una cappelluccia di unaLa volta della chiesa del Crocifisso cocevole del capitolo, vacua di palmi dieci, coverta con lamia a tetto, con l'immagine dietro del SS. Crocifisso... quale non fu mai toccata da pennello ma sempre rimasta nella sua antichità".
Vi giocavano, dunque, a carte i bifolchi della zona, quando due di essi si trovano nel bisogno di uscire dalla cappella e, perchè l'altro non potesse manomettere il gioco, si decise di uscire tutti insieme. Quando rientrarono, ritrovarono sulla pietra d'altare il denaro... ma non le carte da gioco!
Si gridò al miracolo. E la cappella, da essere visitata solo nel Giovedì e Venerdì Santo, divenne meta di un più frequente pellegrinaggio e si fece forte pressione sul Capitolo perchè a quella chiesa fosse restituito l'antico decoro. Il Capitolo porse allora al Vescovo Alessandro Crescenzio la supplica della popolazione bitontina, ma egli, da Napoli ove risiedeva, rifiutò l'autorizzazione a causa delle già troppe chiese bitontine.
Le pressioni, però, continuarono e finalmente la Curia potè preordinare di ricostuire quel "templum quod ANNO 1664 DIE 26 MENSIS APRILIS canonice praesignatum, die 30 inchoatum".
Così, si mise mano ad un'opera architettonica (che sarebbe diventata la felice sintesi della versatilità artistica di Carlo Rosa), a soli otto anni dalla terribile peste che s'era abbattuta sul Regno di Napoli, riducendo la popolazione ad un terzo! (19)
Nonostante quella calamità, o forse proprio per quella, Bitonto eresse il "suo" gioiello del XVII secolo, come gli abitanti di Chartres, nel Medio Evo, vollero la loro splendida cattedrale in piena carestia!
La religiosità sociale di quelle epoche faceva di questi miracoli: per nostra fortuna, il Crocitisso, pur se in parte depauperato dai furti su commissione, resta una signiticativa tappa per il turismo artistico-religioso in Puglia. Ed oggi è anche la sede di una Comunità parrocchiale che, sotto la ouida di Mons. Francesco Fornelli, ha ricevuto la responsabilità pastorale di una zona della città in forte espansione. Un cammino che oggi prosegue col nuovo Parroco: Don Vincenzo Cozzella.

(19)G. Valente, La Chiesa del Crocifisso in Bitonto, in: E. Cardamone, Guida breve «Arte e civiltà a Bitonto nel sec. XVII»Centro Ricerche Bitonto, 1979