In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 03-05-1606 ...


San Gaetano da Thiene era morto il 1547 e all'alba del XVII secolo i Teatini erano già a Bitonto "in possesso della Casa della Regia Corte sita nella Porta Baresana... accomodarono un luogo per la Chiesa sotto il titolo di S. Nicolò.. e questo fu ai tre maggio della SS. Croce, si cantò solennemente la prima messa, si espose il SS. e si fecerro (sic) le 40 ore non solo in rendimento di grazie, ma ancora per lo bisogno dell'acqua..".
Era il 3 MAGGIO 1606, ed esattamente tre anni dopo, il 3 MAGGIO 1609 immagine di S.Gaetano "Comprarono i Padri da D.r Rocco Giannone una Casetta con Bottega e camera soprana.. .Questa Università di Bitonto, oltre aver sborsato alli p.mi P. Teatini la somma di Ducati 3.880.. donò ancora dopo qualche tempo la via pubblica contigua a detta Venerabile Chiesa, che sporge verso S. Lucia...(3).
I Padri Teatini, accolti a Bitonto dal Vescovo Flaminio Parisio e destinati a servire in quello che, dal 1536, fu ľ'ospedale di Bitonto, rispondevano così ad una loro vocazione specifica: quella esercitata negli"Ospedali degli Incurabili" (l'altra loro funzione precipua era quella di operare negli Oratori). Ma ben presto, con l'esigenza di una nuova sede e con la mediazione del nuovo Vescovo Mons. Girolamo Palanterio, Si dovette ricorrere ad una complicata puntualizzazione notarile per non penalizzare troppo la Famiglia Saluzzi e i vicini Padri Francescani.
Gli sviluppi della pratica notarile durarono fino al 1641, e la chiesa fu consacrata solo il 1730.. . Tra queste date si dipana la storia di una chiesa che ispirò le scenografie di Carlo Rosa e che si volle imponente "dalla pietà, Concorso e particolare divozione d'ogni ceto e persona di questa città e con il concorso di elemosine" (come precisa il manoscritto di V.A.V.B. citato da Donato De Capua).
Ora, un'annotazione del manoscritto in questione torna con insistenza alla mia memoria e considerazione: mi riferisco a quel "bisogno dell'acqua" che esprime già una dura patologia del tessuto socio-economico bitontino. E si pensi che quell'intenzione di preghiera fu posta ai primi di maggio, quando la stagione umida era appena terminata: ebbene, a Bitonto la sete era già un problema, una minaccia, e i Teatini colgono quel bisogno e lo "usano" per sintonizzarsi con le carenze e la povertà di una comunità che si doveva affidare ai pozzi per dissetarsi e per sostenere un'agricoltura perciò aleatoria... La secolare agonia per "disidratazione" della nostra terra, già registrata ai tempi di Plinio e di Strabonio, soltanto all'epoca della Repubblica Partenopea, e per merito di Giuseppe Maria Galanti(l'inventore della Statistica!), s'impose all'attenzione dello Stato (quale che fosse). Ma la strada fu, come si sa, ancora lunga Imbriani e il fatidico 1914 erano ancora lontani.

(3) Donato Antonio De Capua: STEMMA E FONDAZIONE DEL COMUNE DI BITONTO, 1960