In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Dal Belgio dei Dusmet alla Francia di Ravanas! E Bitonto, ancora una
volta, è crocevia di vicende che talvolta partono da lontano ma che tra noi si sono
addensate in un episodio decisivo, memorabile.
Ma diamo la parola al Prof. Antonio Amendolagine e ad un suo pregevole
articolo apparso sulla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 29 settembre
1978: nel 1827, il francese Pietro Stefano Tuttisanti Ravanas, dopo aver fatto un
primo esperimento, non positivo, a Massafra della nuova invenzione, ossia la
prima pressa idraulica che sostituiva in maniera spedita il vecchio ed arcaico
torchio in legno per l'estrazione dell'olio d'oliva, venne a Bitonto, città nota per
la varietà «paesana o cima di Bitonto», per una nuova sperimentazione.
Ottenuti nel gennaio 1826 dal sindaco Rogadeo i locali presso il Castello,
portò da Massafra macchine ed arnesi e, superati contrasti e lotte, Ravanas
avviò il lavoro, stavolta con successo. L'oleificio bitontino schiuse nuovi
orrizzonti all'economia locale e diventò così «la più grande palestra per la
lavorazione delle olive». Centinaia di quintali di olio vennero spediti ogni anno
in Provenza, ad Aix, a Marsiglia. A Bari Ravanas creò un'agenzia di spedizioni,
acquistò un terreno e costruì magazzini e posturze. Con il nuovo impianto, pure
creato dal Ravanas a Modugno, in un vecchio convento, la tecnica del francese
definitivamente convinse e fece cadere le ultime incertezze.
Prima che partisse per tornarsene in patria i bitontini, grati al Ravanas,
si fecero promotori di un atto di considerazione sovrana. Con rescritti del 10
gennaio 1836, del 5 maggio e 16 dicembre 1854 Ferdinando II con la motivazione «a Pietro Ravanas per aver ridotto a perfezione il modo di estrarre
l'olio» gli concesse riconoscimenti e pensione.
Il 1968, in occassione del convegno oleicolo svoltosi a Bitonto, venne
realizzata in onore del Ravanas una lapide marmorea e provvisoriamente
depositata nella Biblioteca comunale.
Su richiesta e indicazione del locale ispettore ai monumenti, A. Castellano,
il sindaco Saverio Granieri ha disposto la collocazione della targa, realizzata dallo
scultore bitontino, Graziano Lisi, e posta vicino ai locali siti «presso il Castello», nel
luogo cioé ove il Ravanas attuò felicemente in Puglia la sua nuova tecnica.
Quel luogo è ora Piazza Cavour dove è installata l'antica tipografia
«Amendolagine», oggi Addante, fondata nel 1875, da Eustacchio e Nicola Garofalo, e che fu uno dei maggiori centri della cultura di terra di Bari".
L'articolo è davvero esauriente sul personaggio e sulla tecnica che
compiutamente collaudò a Bitonto e, fatte salve le (ormai) diversità
"topografiche" della gloriosa Tipografia, comunica con eloquenza di storico
più che di giornalista, questa importante pagina di "tecnosfera" bitontina.
L'intrapresa olearia bitontina appare allora non soltanto con la sua
consueta stratificazione millenaria, ma, con Ravanas, appare come un interessante episodio paleo-industriale di tutto rispetto.
Porgo questi dati e questa "data" agli Operatori del settore, che ho
sempre guardato con rispetto e amnmirazione, intermediari come sono di una
coltura e di una cultura che sono assurte a dignità storica, letteraria, artistica e
biblica. Nonchè ad insostituibile componente ed amalgama della sempre più
richiesta ed apprezzata dieta mediterranea!
...E allora per i miei alunni (pazienti lettori..) così cantai quella Pianta:
"La contorta pianta dell'ulivo, d'autunno, al contadino ea noi tutti l'aspro frutto donò, e l'oliva generosa fu macinata e stillò abbondante olio verde dorato. D'inverno poi ha riposato, e, a primavera, alla Domenica delle Palme, il suo ramo è in chiesa benedetto con l'acqua santa e col profumo dell'incenso..."