In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 05-05-1609 ...


Dal Belgio dei Dusmet alla Francia di Ravanas! E Bitonto, ancora una volta, è crocevia di vicende che talvolta partono da lontano ma che tra noi si sono addensate in un episodio decisivo, memorabile.
Ma diamo la parola al Prof. Antonio Amendolagine e ad un suo pregevole articolo apparso sulla GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 29 settembre 1978: nel 1827, il francese Pietro Stefano Tuttisanti Ravanas, dopo aver fatto un primo esperimento, non positivo, a Massafra della nuova invenzione, ossia la prima pressa idraulica che sostituiva in maniera spedita il vecchio ed arcaico torchio in legno per l'estrazione dell'olio d'oliva, venne a Bitonto, città nota per la varietà «paesana o cima di Bitonto», per una nuova sperimentazione.
Ottenuti nel gennaio 1826 dal sindaco Rogadeo i locali presso il Castello, portò da Massafra macchine ed arnesi e, superati contrasti e lotte, Ravanas avviò il lavoro, stavolta con successo. L'oleificio bitontino schiuse nuovi orrizzonti all'economia locale e diventò così «la più grande palestra per la lavorazione delle olive». Centinaia di quintali di olio vennero spediti ogni anno in Provenza, ad Aix, a Marsiglia. A Bari Ravanas creò un'agenzia di spedizioni, acquistò un terreno e costruì magazzini e posturze. Con il nuovo impianto, pure creato dal Ravanas a Modugno, in un vecchio convento, la tecnica del francese definitivamente convinse e fece cadere le ultime incertezze.
Prima che partisse per tornarsene in patria i bitontini, grati al Ravanas, si fecero promotori di un atto di considerazione sovrana. Con rescritti del 10 gennaio 1836, del 5 maggio e 16 dicembre 1854 Ferdinando II con la motivazione «a Pietro Ravanas per aver ridotto a perfezione il modo di estrarre l'olio» gli concesse riconoscimenti e pensione.
Il 1968, in occassione del convegno oleicolo svoltosi a Bitonto, venne realizzata in onore del Ravanas una lapide marmorea e provvisoriamente depositata nella Biblioteca comunale.
Su richiesta e indicazione del locale ispettore ai monumenti, A. Castellano, il sindaco Saverio Granieri ha disposto la collocazione della targa, realizzata dallo scultore bitontino, Graziano Lisi, e posta vicino ai locali siti «presso il Castello», nel luogo cioé ove il Ravanas attuò felicemente in Puglia la sua nuova tecnica.
Quel luogo è ora Piazza Cavour dove è installata l'antica tipografia «Amendolagine», oggi Addante, fondata nel 1875, da Eustacchio e Nicola Garofalo, e che fu uno dei maggiori centri della cultura di terra di Bari". L'articolo è davvero esauriente sul personaggio e sulla tecnica che compiutamente collaudò a Bitonto e, fatte salve le (ormai) diversità "topografiche" della gloriosa Tipografia, comunica con eloquenza di storico più che di giornalista, questa importante pagina di "tecnosfera" bitontina.
L'intrapresa olearia bitontina appare allora non soltanto con la sua consueta stratificazione millenaria, ma, con Ravanas, appare come un interessante episodio paleo-industriale di tutto rispetto.
Porgo questi dati e questa "data" agli Operatori del settore, che ho sempre guardato con rispetto e amnmirazione, intermediari come sono di una coltura e di una cultura che sono assurte a dignità storica, letteraria, artistica e biblica. Nonchè ad insostituibile componente ed amalgama della sempre più richiesta ed apprezzata dieta mediterranea!
...E allora per i miei alunni (pazienti lettori..) così cantai quella Pianta:

"La contorta pianta dell'ulivo,
d'autunno, al contadino
ea noi tutti
l'aspro frutto donò,
e l'oliva generosa fu macinata
e stillò abbondante
olio verde dorato.
D'inverno poi ha riposato,
e, a primavera, alla Domenica delle Palme,
il suo ramo è in chiesa benedetto
con l'acqua santa
e col profumo dell'incenso..."