In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Ancora i Barone, una tra le più antiche famiglie di Bitonto: notizie sicure ci vengono addirittura dall'XI secolo. Una stradetta del Centro antico, a ridosso del Monastero delle Vergini, porta il nome di uno dei più famosi figli di questa famiglia: Giovanni Barone.
Molti secoli più tardi, la cronaca registra un altro avvenimento legato ai Barone: il 18 gennaio 1555 Mons. Cornelio Musso come annota il Can. Valente a proposito della storia e della cronaca della Cattedrale, "concedeva ad enfiteusi ai magnifici Francesco ed Antonio Barone un magazzeno sottoposto appartenente alla Mensa Vescovile per ridurlo a sepolcro".
La Cattedrale, come del resto tutte le altre chiese e cappelle, doveva dare lustro ai morti che vi si seppellivano, e le "grandi famiglie" facevano a gara ad assicurarsi un angolo ove eternare la propria gente con un mausoleo o con una lapide.
La polemica napoleonica e la contropolemica foscoliana sono di là da venire. Per il momento, lasciati alla plebe gli umili recessi delle fosse anonime, la nobiltà e la borghesia acquistavano, anche a caro prezzo, dall'autorità religiosa una tomba con un più sicuro diritto al ricordo dei posteri.
Ricordiamo allora lo stemma dei Barone: diviso in quattro parti, in due bande opposte e simili, ci sono tre gigli sovrastanti un leone rampante, e una scala che piega a sinistra.