In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Già dalla fine del XIV secolo un altare della Cattedrale era dedicato a S. Maria di Costantinopoli(A), una devozione condivisa da molti centri viciniori.
Una Madonna con Bimbo, la "Theotokos" (la Madre di Dio), superbamente vestita ed incoronata, e un che di esotico che non faceva più pensare all'umile fanciulla di Nazareth, domina dalle tele superstiti o dalle copie.
Il culto religioso, allora soprattutto, era anche un "transfert" di adorazione di chi si sentiva suddito a vita. Regine, principesse e madonne erano interscambiabili al culmine della venerazione e nel linguaggio, e le sembianze di immagini ed icone cercavano ispirazione nei paradisi terrestri che erano le corti del tempo.
Storicizziamo, intanto, il culto alla Vergine di Costantinopoli: si deve certamente far risalire alla dominazione bizantina in Puglia, ma sopravvisse ai catapani ben a lungo, se è vero che, in epoca non sospetta di culto servile, il 21 gennaio 1614 appunto, negli Annali della nostra Cattedrale è registrato un debito di 26 ducati per indorare l'altare della Vergine.
I contraenti: Colangelo Abbaticchio, Deputato al suddetto altare (notate la qualifica), e Mastro Francesco Morone, che prestò la sua opera.