In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Bitonto fu angioina piuttosto che sveva, e continuò ad esserlo anche quando la dinastia aragonese si rinsaldava in Italia meridionale.
Erano passati oltre due secoli da quando Bitonto aveva scolpito sul proprio stemma la lealtà per la Casa D'Angiò, eppure continuava a porsi ancora, drammaticamente, il problema dello schieramento.
Il 1460, da una parte stava Giovanni D'Angiò, deciso a riconquistare le terre d'antica rapina; dall'altra, Ferdinando I d'Aragona, che però non aveva tra i suoi partigiani quel Giovanni Antonio Del Balzo Orsini, principe di Taranto, che lavorava alacremente per la causa angioina e minacciava rappresaglie contro chi non gli si schierava a fianco.
Bitonto cedette: questa volta sarà angioina per costrizione. E il 25 gennaio 1460 inviava un'ambascerìa a Lucera, ove il Principe dì Taranto contava le adesioni. L'ambasciatore era un certo Giovanni Canosa il quale pretese di essere ... assicurato per 50 mila ducati nel caso avesse corso il pericolo di cadere prigioniero.
La prudenza non è mai troppa: quella somma doveva essere usata per il riscatto.