In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 04-02-1599 ...


« ...L'altro campanile (della Cattedrale), il più grande, verso piazza, minacciava rovina sin dal 1565, ed il Vescovo Cornelio Musso nel 1575 proibiva celebrarsi nel sottoposto altare di S. Agostino per l'imminente pericolo,una incisione della cattedrale e comandava chiudersi la finestra del campanile ad evitare il danno e lo scandalo... Siffatto campanile non deve essere stato mai più ristaurato... Con tutta probabilità possiamo ritenere essere stato ridotto all'attuale semplicissima forma nel 1666, allorchè dal Vescovo Crescenzio venne rifatto quest'angolo della chiesa, destinandosi al solo uso dell'orologio pubblico, il quale già esisteva sin dal 1571, e forse anche prima, poichè negli esiti di tale anno troviamo 'spese allo tavolato dell'orologio del campanile'; e posteriormente a 4 febbraio 1599 si deliberava che la nuova campana grande dell'orologio si portasse dal campanile grande al piccolo».(4)
Così la cronaca del teologo Valente: una testimonianza preziosa per recuperare la consistenza di quegli 'accessori' che facevano parte integrante del tempio bitontino.
L'orologio, ad esempio. Pensate all'utilità di questo strumento in un'epoca in cui ben pochi se lo potevano permettere. Sulle mura della Cattedrale era scandito il tempo e nella popolazione si creavano durature associazioni di idee tra il suono liturgico delle campane e quello, diciamo, profano dell'orologio. Tanto è vero che (come testimonia il Valente) si stabili che «la nuova campana grande dell'orologio si portasse dal campanile grande al piccolo». Così il 'transfert' era più sicuro, e più efficace l'interscambiabilità dei segni-suoni.
In quell'epoca, il tempo veramente rimandava a Dio (o almeno, molto più di oggi...), e i giorni e le stagioni ritmavano il respiro orante delle chiese locali. «Fin dal mattino t'invoco e sto in attesa... In pace mi corico e subito mi addormento... Tu visiti la terra e la disseti...coroni l'anno con i tuoi benefici... Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore...».
Durante una passeggiata scolastica, mentre indicavo ai miei alunni la varietà dei capitelli degli esaforati, si avvicinò un vecchio e ai bambini volle dare una sua testimonianza. Questa: 'Prima c'era anche un orologio...'.
Volle dare ai piccoli osservatori ciò che egli riteneva una visione più completa di quel monumento. E l'orologio non ci doveva mancare.

(4) G. Valente, La Cattedrale di Bitonto, Bitonto 1901