In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 08-02-1907 ...


Le 'parole rapidamente vergate' dal prof. Urbano, l'8 febbraio 1907, per la morte del pittore Francesco Spinelli avvenuta il giorno prima a Bitonto, furono il primo definitivo e lusinghiero giudizio sulla vita e sull'opera del grande concittadino.
Ora, ho ripercorso visivamente l'iter artistico di Francesco Spinelli: il ricordo della Mostra Antologica organizzata, il 1970, Gaetano Spinellidal Centro Ricerche(7) è sbiadito. Ho dovuto allora riconsiderare le riproduzioni delle sue tele per riscoprire il tratto, il fascino di una personalità artistica dalle cadenze romantiche e, talvolta, veristiche. Ma sono stati i due autoritratti a catturare in modo particolare la mia attenzione.
Il primo, quello più giovanile, rivolge uno sguardo deciso, interpellante chi guarda: la bocca chiusa, il forte naso, la fronte spaziosa si offrono alla considerazione visiva, ma è come se volessero trattenere il carattere dell'effigiato piuttosto che esprimerlo. L'autoritratto della maturità, invece, con la bocca socchiusa e gli occhi pieni di luce, esprime come una volontà di comunicazione, di espansività, di disponibilità, Esprime un carattere ora più aperto, più cordiale, soprattutto sereno: una serenità che non rivela, ad esempio, il suo 'Ritratto di vecchio', che appare col volto teso, la fronte aggrottata... Ecco, il volto del secondo autoritratto non può essere definito altrimenti che con le parole stesse dello Spinelli: «animo franco e onesta coscienza», pronunciate a proposito di un appassionato resoconto sulla sua diletta creatura: la Scuola serale di Disegno per Artigiani, di cui fu il primo Direttore.
La morte di Francesco Spinelli concludeva una coerente e lusinghiera vicenda artistica e professionale, i cui titoli di merito sono legati, sì, alla sua produzione artistica (la quale tentò anche i moduli impressionistici), ma soprattutto alla coraggiosa iniziativa (per quei tempi!...) di aprire al proletario e alle classi lavoratrici una scuola d'arte.
Quando l'analfabetismo era ancora una piaga, Spinelli testimoniava che l'animo umano ha bisogno di molto di più di ciò che noi oggi chiamiamo alfabetismo operativo: ha bisogno di Arte!


(7)S. Milillo, G. VACCA, M. GIORGIO, Francesco Spinelli (Relazioni su), « Studi b�tontini » 3, 1970.