In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
E' la cronaca di un giudizio civile del XII secolo a Bitonto, come lo riporta l'Acquafredda: «...Il notaio barese Bisanzio si fidanza colla giovane Cara, ed ottiene dal futuro suocero a titolo di prestito la somma di 30 once di tarì d'oro di Sicilia. Il matrimonio si effettua, ma ben più alto avvenire sembra schiudersi al giovane Bisanzio... egli lascia la sua Bari, e si reca a Bologna 'ad legendum' (dice la pergamena), cioè ad insegnare, a dar lezioni... Nella dotta città un tragico destino lo attende... certo è che commise un omicidio, per cui fu condannato a morte e giustiziato. Saputosi il fatto, il regio fisco pretese (secondo la legge) di mettere le mani addosso ai beni del defunto, di cui - nel frattempo - si era impossessato il suocero Alessio; questi fu citato a comparire nella regia curia di Bitonto, ove seppe sì bene far valere le sue ragioni di creditoria verso il genero, che la sentenza fu emessa in suo favore».
Una pagina di cronaca nera, dunque. Così lontana nel tempo (siamo in epoca normanna, e Federico II non è ancora nato!), risale al 16 febbraio 1189. Eppure l'episodio è così evidente, così eloquente perchè, al solito, la prosa burocratica ha come mummificato l'avvenimento nelle sue proposizioni legali e ce lo restituisce almeno con un'evidenza da museo delle cere.
Il dramma di una famiglia, il tormento della protagonista, Cara, non emergono dall'arida cronaca della vertenza tra il regio fisco e il suocero del giustiziato, ma si può e si deve leggere tra le righe della controversia e immaginare il contesto psicologico dei fatti.
Bitonto, Bari, Bologna... il tragico destino di un giovane notaio le unisce in un tragico gemellaggio, e siamo in epoca così remota! Evidentemente, dalle città nevralgiche della politica, della cultura e degli affari si diramavano insospettati rapporti e collegamenti.
Il giovane Bisanzio trovò l'amore a Bitonto e a Bologna la morte... facciamone memoria, e diamo un volto, un nome ad un'altra tomba sepolta nel tempo.
Ci sarebbe poi un'altra chiave di lettura dell'episodio: la vittoria di Alessio nella controversia col regio fisco, non potrebbe rappresentare un anticipo dell'affermazione di una classe sociale (la borghesia) sempre più 'emergente' rispetto all'autorità monarchica e allo strapotere aristocratico?