In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Dallo stolto disprezzo per l'antichità, al tempo del miope fanatismo barocco, alle devastazioni di oggi di un patrimonio artistico manomesso, trafugato, privatizzato...
Fra i due estremi c'è stato un certo periodo in cui è stato possibile, per fortuna, creare quelle benemerite istituzioni che conservano e propongono ai posteri le tracce di un passato, sempre più preziose ed eloquenti.
I musei... ove le pietre dei sepolcri e delle urne cinerarie, ove i vasi e i crateri policromi, e le punte superstiti di «micidiali» armi, e i resti umani, parlano dell'aurora del genere umano... I musei, pubbli ci o privati, che donano al visitatore il contatto fisico col passato e ne restituiscono il rude fascino, e che, naturalmente, hanno scritto anch'essi interessanti pagine della Storia di Bitonto.
Il 1889 si decise l'ampliamento del nostro cimitero e si ebbe una ulteriore conferma della «vocazione» tipica di quella zona, perchè gli scavi portarono alla luce i reperti cospicui di un'antica necropoli greco-romana(2).
Si scatenò, anche allora, quella che può ben dirsi una vera e propria caccia al tesoro: molti pezzi sparirono prim'ancora che il Sindaco avv. Vito Fione ponesse fine alla indecorosa emorragìa dei reperti ad opera di mani più o meno ignote.
Furono salvati e catalogati 356 pezzi, e il 3 marzo 1890 giungeva al Sindaco di Bitonto, dal Presidente del Consiglio Provinciale avv. Mirenghi, la richiesta di affidare al Museo Provinciale la «collezione dei vasi ricavatisi dagli scavi ai terreni del Comune per l'ampliamento del Cimitero con la promessa di collocarli in una Sezione distinta che additerebbe la provenienza di Bitonto».
Si dirà altrove come Bitonto, o almeno il suo Consiglio Comunale, si adoperò in ordine a questa richiesta. Sarà una preziosa occasione per valutare come nel nostro paese si sono coniugate le istanze politiche con quelle culturali.
Questa data sia intanto un'occasione per tornare a considerare con maggiore consapevolezza il ruolo socio-culturale e la preservazione dei musei cittadini e nazionali, ricordando almeno questo: per l'Italia la voce sempre all'attivo riguarda proprio il turismo, e il turismo culturale in modo particolare. Inoltre, l'insegnamento della Storia nella scuola dell'Obbligo adotterà sempre più come libro di testo fondamentale proprio queste istituzioni che devono diventare il vanto di una comunità. Avviare alunni e studenti al Museo Civico significa veramente scendere alle radici culturali della propria gente, partecipare della memoria collettiva e garantire una prima lettura interdisciplinare del «proprio» ambiente.
(2)«La nostra Bitonto», 1962/3