In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Nella Sala delle riunioni dell'Ordine degli Avvocati di Trani, tra i tanti medaglioni che ricordano i più insigni rappresentanti del Foro Pugliese, dal 1871 c'è anche l'effige di un nostro concittadino, l'avvocato Raffaele Pasculli, nato a Bitonto il 14 marzo 1790.
La storia e le cronache dell'Italia Meridionale sono troppo fitte di uomini di legge per non condividere la lettura sociologica di questa diffusissima vocazione che attecchiva in modo particolare nelle famiglie della piccola e media borghesia. Come infatti annota Stuart J. Woolf: «Si calcola che a Napoli, verso la metà del Settecento, circa ventiseimila persone si guadagnassero da vivere nel sottobosco della legge».
Il «cursus honorum» di questa numerosa schiera di professionisti registrava quasi sempre una tappa decisiva a Napoli, e il Pasculli non fa differenza almeno da questo punto di vista, perchè proprio a Napoli, il 1823, si laureò. Ma, nella sua breve vita, ebbe modo di non affogare totalmente nell'«entourage» di una professione allettante e di grandi soddisfazioni economiche e di prestigio: infatti, dall'apprendistato massonico approdò tra le file della Carboneria, proprio nel periodo cruciale della perigliosa e frustrante attività di questa consorteria.
Morì in Trani il 1837, e lì è sepolto, nella cripta della Cattedrale: segnalato riguardo ad un uomo di legge che seppe vivere con stile, efficienza e distacco una professione che troppe volte, prima e dopo, si esauriva nel «particulare».