In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 07-01-1970 ...


Per quali vie la Musica così spesso s'è incarnata nella gente bitontina? Come ha potuto la Melodia diventare concreta idea musicale in tanti che hanno avuto i natali a Bitonto?
Il 7 gennaio 1970 moriva quello che si può senz'altro definire "un minore" nel pantheon musicale bitontino: Don Pietro De Renzio. Diciamo "minore" non per minimizzare, ma perchè anche questa dimensione artistica ci deve stare a cuore e deve essere, anzi, più e meglio conosciuta, cautelata, eventualmente recuperata.
Nell'arte bisogna guardarsi dal conformismo e dai luoghi comuni, in musica soprattutto. Perchè la musica, come affermava in modo suggestivo il Wackenroder, è "una commovente breve gioia che viene dal nulla e al nulla ritorna" e che "sembra riprodurre la nostra vita". Nel caso del Nostro, vita di sacerdote, educato nel culto della musica sacra e della tradizione musicale della Chiesa, ispiratrice, produttrice, mecenate, in questo settore artistico più che in altri.
Don Pietro De Renzio, negli ultimi lunghi anni della sua vita (morì a 91 anni d'età!) fu afflitto da cecità e da sordità, e molti di noi lo ricordano (in S. Egidio) celebrare la messa in onore della Vergine, che aveva mandato a memoria. Questa dura afflizione sappiamo bene che fu di un altro Grande: in questi stimolò più genialità, in Don Pietro stimolò la pacata serenità della Fede.