In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa,
quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita"
da parte mia.
La Cattedrale è il luogo privilegiato della storia religiosa bitontina, ma la sede della Regia Curia, in Piazza Gramsci, attuale sede della Scuola Comunale di Disegno, è una cospicua sintesi della storia civile e politica che lì fu vissuta fino al 1809.
Era la sede di quell'embrionale e pur significativa partecipazione popolare a livello amministrativo che fu istituzionalizzata a Bitonto verso la fine del XV secolo e che già aveva il precedente illustre del «chiancheto» ove convenivano, al suono della campana grande, i reggitori della Universitas e il popolo.
Anche «ne lo largo del castello» fece tappa la sede ufficiale dell'amministrazione civile (lì era la torre civica dell'orologio e nei pressi la via «Sedile»), per poi approdare nei suddetti locali di Piazza Gramsci (29).
L'organizzazione che reggeva la vita pubblica si fondava sul principio bipolare dei due poteri (i due leoni del nostro stemma!), che erano nelle mani dell'aristocrazia e del popolo, che avranno, a turno, il ruolo di Sindaco e di Maestro giurato, mentre la controparte amministrerà l'erario pubblico. Un altro ruolo, che si ispirava alla tradizione consolare romana, per la durata dell'incarico, consisteva nella amministrazione della giustizia, ed era nelle mani dei Giudici annuali sorteggiati da un apposito Albo: erano quattro, due nobili e due popolani.
Non durò molto, naturalmente, questo tipo di organizzazione democratica, e apparve ben presto la figura del Regio Governatore, che rappresentava la politica e gli interessi della dinastia di turno.
Il 28 marzo 1586 abbiamo notizia di uno dei suddetti Governatori che rappresentava il Re di Spagna, padrone di tutta l'Italia Meridionale all'indomani della pace di Cateau-Cambrèsis.
Si trattava, appunto, dello spagnolo Don Mendo Tenocco, cavaliere di Malta, che indisse una riunione al «Seggio di S. Anna» per gli affari correnti: era la piccola catena che il sovrano allungava alle città sottomesse per dare l'illusione di una certa autonomia.
(29)D. A. Decapua, Stemma e Gonfalone del Comune di Bitonto, Bitonto 1960. p. 107.