In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
C'è un film che in modo particolare svela retroscena e prassi di un Consiglio Comunale, drammatizzandone genialmente i momenti più significativi: «Le mani sulla città» di Francesco Rosi. Lo stesso regista, a suo tempo, volle porgere la chiave interpretativa di alcune sequenze del film, chiarendo che aveva voluto sottolineare l'aspetto «teatrale» di un Consiglio Comunale, non per enfatizzare, ma piuttosto per esaltare questo momento di partecipazione democratica che si vive comunque nelle aule consiliari.
Condivido l'interpretazione di questo momento-aspetto, esteriore eppure significativo, della vita comunale, e perciò non trascurerò, ove possibile, di riferirmi ai meno recenti Consigli Comunali (lasciando ad altri, per ovvi motivi, i più recenti...), che comunque hanno segnato la storia della nostra Città.
Oggi, ad esempio, tocca alla già accennata consegna del materiale archeologico del sottosuolo bitontino (a quanto pare, e per nostra fortuna, non ancora esaurito) al Museo Provinciale di Bari il 1º aprile 1890, come fu appunto stabilito nel Consiglio Comunale tenutosi alcune settimane prima.
Oggetto della animata discussione era la destinazione dei reperti, cospicui per importanza storica e per quantità, catalogati da Giuseppe Comes, archeologo di fama all'epoca. L'Amministrazione Provinciale aveva avanzato esplicita richiesta per ottenere in consegna quella singolare collezione, e allorchè se ne discusse in Consiglio, il più appassionato oppositore della tendenza a cederla, fu proprio quel Fione, che appena un anno prima, da Sindaco, aveva controfirmato la Relazione Comes, e aveva voluto il privilegio di conservare alla Città un si prezioso patrimonio.(1)
«...Ritenuto che in quei vasi, comunque in gran parte rozzi, vi è tutta una storia, che testimonia degli usi e consuetudini dei nostri Padri, del loro grado di civiltà e della loro entità; ritenuto che niuno più di noi è interessa to a curarne più utilmente la conservazione ed a trovare modo di arricchirla...», il Fione e altri quattro Consiglieri proponevano che i reperti fossero affidati alla diligente custodia del Segretario Municipale. Prevalse, invece, la proposta Ancona, forte di dieci voti a favore, che tenendo conto che si prevedeva per il futuro un impegno di spesa «molto compromittente alle finanze del Comune», stabiliva la concessione del prezioso materiale al Museo barese.
In men che non si dica e con una celerità degna di miglior causa, esso fu trasferito a Bari. A noi sono rimasti quei... cocci che non ci ripagheranno del patrimonio perduto in quella occasione.
...Un esempio, fra tanti, di come nelle aule consiliari, talvolta, la somma aritmetica dei votanti non coincida, purtroppo, con le ragioni e i provvedimenti più opportuni.
(1) C. Massarelli, Storia...di un futuro museo,«La nostra Bitonto»1962/3