In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
«Il cervo, che aveva più forza, cacciava via il cavallo dal pascolo comune. Durava troppo quella contesa, finchè il vinto implorò l'aiuto
dell’uomo e s'ebbe la briglia. Così egli potè, tutto orgoglioso, lasciare a terra il suo nemico, ma l’uomo di dosso e la briglia di bocca non se li levò
più».
Così Orazio narrò il già secolare sodalizio tra l'uomo e il cavallo, naturalmente a tutto vantaggio del primo. Il cavallo entrava però di prepotenza
nella storia, nella leggenda e nell'arte: talvolta ha brillato di luce propria, più spesso è stato il «cavallo di...». Ma ormai aveva un posto ben preciso
nelle immagini letterarie e nella iconografia, dai primi graffiti alle immagini del cinema.
Naturalmente, il cavallo ha avuto un ruolo anche nella storia economica e, fino a ieri, era l’indispensabile sussidio per molte attività commerciali
per i collegamenti, per la forza-lavoro in tanti opifici.
La mia generazione ricorda anche «u sciarabbàlle» che univa Bitonto
ai centri viciniori e che perciò resterà per sempre nei proverbi, nei modi di
dire e nell'aneddotica bitontina, come appunto dimostra, tra l'altro, la raccolta curata dal dr. Muschitiello per il Centro Ricerche.
Il cavallo fu indispensabile presupposto anche per un altro settore nevralgico della vita socio-economica bitontina del secolo scorso: il progetto
di una ferrovia con trazione a cavallo!
Infatti, il 4 Aprile 1877 fu presentato, alla Commissione della provincia di Bari, un progetto dell'ing. Arnone e del sig.Di Lorenzo che prevedeva
la costruzione di tale tipo di ferrovia per collegare Andria, Corato, Trani, Ruvo, Terlizzi, Bitonto e Santo Spirito.(3)
Il progetto fu esaminato dal comm. Nicola De Gemmis per conto
dell'Amministrazione Provinciale, mentre il mese successivo il Consigiio
Comunale di Bitonto, «ritenuta la grande utilità della proposta linea ferroviaria, sia pure a cavalli... delibera voto di preghiera alle Autorità
preposte... di questa Provincia acciò vogliano accettare la proposta e garantiscano della superiore concessione...»
Verso la fine del 1878, però, si parlerà di una ferrovia economica con
la trazione meccanica e la linea prospettata già prevedeva il collegamento di
Bari e Barletta.
E il cavallo, intanto, entra lo stesso nella storia di Bitonto senza... aver
lavorato!
(3)M. Desantis, Dalla tramvia alla Ferrovia Bari-Barletta,Bari 1976