In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 05-04-1945 ...


Un filo d'oro lucente parte dalla nostra Cattedrale e rende incandescente come un elettro uno scudo con la Croce... E' la gloriosa testata del FILO D'ORO, giornale longevo delle battaglie dei cattolici bitontini: di quelli che per la giovane età restarono a Bitonto durante la II Guerra Mondiale, e di quelli che erano al fronte. Il giornale, anche, dell'incandescente dopoguerra fino al 18 aprile 1948 ed oltre, in piena era pacelliana.
Un Decreto Prefettizio del 5 Aprile 1945, quando era già al sesto anno di vita, ne autorizzava la pubblicazione e ne sanciva la sopravvivenza alla vigilia di quel fatidico 25 Aprile che porterà l'Italia oltre l'incubo della guerra civile.
Altre battaglie attendevano i cattolici bitontini: il senso della Chiesa, ma anche la consapevolezza storica (con la mediazione culturale del Maritain) di trovarsi ai confini di due blocchi che precipitavano nella guerra fredda, e la consapevolezza di appartenere ad un gruppo socio-culturale umiliato nelle catacombe dell'attesa e nelle trincee della lotta, eppure in debito con la società e con la storia: tutto questo si riversava generosamente, bellicosamente, nei pochi ma densi fogli del FILO.
È facile, oggi, la tentazione di snobbare certe pagine e di sorridere di certi articoli e citazioni. Ma quel giornale esprimeva una militanza che la Chiesa di Bitonto viveva in buona fede e con gioiosa convinzione: era l'epoca d'oro dell'Azione Cattolica bitontina che, tra preghiera ed azione, operava in un empito che non troverà più negli anni successivi. Perché quei cattolici bitontini, se furono generosi verso il loro presente e ne vissera talvolta confusamente, le tensioni e gli appelli, pur tuttavia furono vigili al lievitare della storia: molti hanno saputo rinunciare, con doloroso distacco, alle gloriose bandiere del passato, senza vergognarsene, solo non ritenendole più proponibili. Eppure non disertarono l'impegno che la Chiesa preconciliare aveva in gestazione.
Quegli uomini rinunciavano ad una superata classificazione e/o categorie mentali, ma restavano, e anzi si sentivano più che mai «Popolo di Dio» («Essere fedeli ed essere laici insieme» avrebbe affermato più tardi Paolo VI).
II FILO D'ORO resterà allora una pagina gloriosa del passato della Chiesa bitontina: senza volerlo risuscitare, lo si conservi con grato ricordo.
E molti tra noi ancora potranno dire: «Io c'ero!». Con tanta nostalgia nel cuore.