In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
Racconterò ora di un sacerdote bitontino del secolo scorso.
"...Di animo pietosissimo la sventura degli altri lo commoveva profondamente, ed è pertanto che i poveri, gli oppressi, gl'infelici, avevano in lui il padre, il difensore, l'insperato conforto. Egli correva dagli ospedali, dagli ammalati, dai moribondi, dai tuguri ove la fame spingeva la virtù alla colpa e al delitto - e la sua presenza era come raggio di splendida luce in tenebra profonda e sinistra..."
Non vi sembra di leggere certe pagine di Hugo?
"...L'infelice confessa trovarsi in carcere per un debito non soddisfatto ad un ricco signore di Terlizzi, e che la sua povera e numerosa famiglia si trovava nelle ambascie più crudeli per la sua prigionia.
Il santo prete l'esorta a sperare e senza perdere tempo esce dal carcere, si mette in carrozza, giunge a Terlizzi e si fa annunziare al creditore, che proprio, allora si era seduto a mensa, ov'erano pure in quel giorno varii amici da lui invitati..."
Non vi sembra di leggere Manzoni?
I gesti ieratici della solidarietà umana che la letteratura ha consacrato, rivivono in un prete bitontino, Don Ignazio Casalini(A), nato il 3 gennaio 1813.
Un esempio di dedizione, di colto sacerdozio, di parroco insigne.
E' una delle "tombe" che Domenico Ambruosi visitò nel nostro Camposanto e che ispirò uno dei più commoventi e riusciti ritratti della gente bitontina che la Morte aveva consacrato alla storia.
Un Bitontino tutto da scoprire.