In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.

Avvenne il 27-02-1877 ...


Il bicentenario della morte di Tommaso Traetta(A)(B) troverà una comunità pronta ed impegnata a far sì che la ricorrenza lasci un segno nella cultura dei bitontini e, speriamo, anche oltre la nostra città. Ma non si deve dimenticare (cfr. 26 gennaio) che il «nemo propheta in patria» è valso anche per Traetta (dove 'patria' sta per Bitonto e Italia!). L'estimazione di Traetta è venuta crescendo col passare degli ultimi anni, grazie ad una lettura critica più attenta ai valori musicali della sua opera, innovativi dello specifico del melodramma. E come al solito verrà da fuori colui che si farà particolarmente attento alla genialità e alla potenzialità riformatrice che la musica del Nostro rivela: parlo, naturalmente, di quel De Simone che da Napoli veniva ad esplorare i tesori della nostra storia e ne commentava le pagine più significative con acume e con lealtà, senza piaggerìa, se è vero che scrisse: « In verità l'indolenza dei Bitontini rimarrà proverbiale »...
Ora, essendo venuto a sapere di un certo qual movimento d'opinione e di una iniziativa per dare finalmente lustro al compositore, il De Simone scriveva il 15 dicembre del 1876 una «lettera» le cui bozze di stampa furono riviste il 27 febbraio 1877.
Sentite con quale e quanta fermezza rivendica la primogenitura nell'aver 'scoperto' Tommaso Traetta(A)(B): «...Coloro che al Traetta hanno manifestato il pensiero di inalzare un monumento... vorrei pregare d'un favore: di non dimenticare di avermi compagno a tant'opra, o meglio di essermi compagni; perchè il vanto di avere fatto rivivere presso i Bitontini il nome del loro grandissimo concittadino Tommaso Traetta(A)(B), voglio, pretendo non siami tolto da chicchesia. E dico voglio, pretendo, perchè ne ho il diritto». E concludeva, dimostrando di conoscerci bene: «Il da farsi in Bitonto è sempre di difficile riuscita, specialmente quando trattasi di sborsar danari...».
Fu profeta. Perchè bisognerà attendere il 1957 (ottant'anni più tardi!) perchè la città ricordasse concretamente un sì degno figlio. Oggi il monumento è là, è diventato un particolare della piazza principale, ma basta a renderci familiare un musicista?
Il bicentenario della morte dovrebbe essere l'occasione privilegiata per sentire e risentire le sue melodìe, per familiarizzarcele almeno come è avvenuto con la musica verdiana o rossiniana. Altrimenti Traetta sarà un uomo, un monumento, ma non un compositore noto.