In questa sezione mi onoro di riportare una piccola antologia di fatti ed eventi bitontini, raccolti dal compianto Marco Vacca, che me ne fece dono tanti anni fa, quando per la prima volta incominciai a gestire qualche sito. Penso che questo tributo gli sia dovuto e spero che questa mia scelta non sia interpretata dalla grande moltitudine di suoi amici come un tentativo di "appropriazione indebita" da parte mia.
L'attualizzazione e la rielaborazione, nella nostra Diocesi, dei grandi temi del movimento cattolico italiano, dall'Opera dei Congressi alla lunga vigilia prima della fondazione del Partito Popolare Italiano (1919), sono opera e merito di Mons. Pasquale Berardi(A)(B)(C)(D), che sentì sempre acutissimo il senso della compromissione dei cattolici in quello che Paolo Spriano definisce «il riformismo nella vita politica italiana».
Mons. Berardi (11), animatore di spicco del XVIII Congresso Cattolico di Taranto del 1901, riversò poi in due iniziative socio-culturali la piena delle sue convinzioni religiose e politiche: la pubblicazione periodica del Corriere Diocesano «DEMOCRAZIA CRISTIANA», e la fondazione del CIRCOLO DELL'IMMACOLATA, il cui statuto fu approvato il 9 marzo 1902 e pubblicato dalla Tipografia Vescovile (particolarmente attiva in quel periodo).
Tien conto rileggere alcuni articoli di questo statuto per comprendere le finalità e lo stile di questa Associazione che si poneva in atteggiamento decisamente interventista nelle questioni della comunità cittadina.
«ART. 2 - Scopo dell'Associazione è di stringere in cristiana solidarietà e fratellanza i propri membri, per la difesa degl'interessi religiosi, morali, economici ed amministrativi della città.
ART. 3 - A raggiungere un tale scopo il Circolo dell'Immacolata:
a) esigerà dai suoi membri un carattere francamente e costantemente cattolico;
b) ......
c) si opporrà nei modi più opportuni agli scandali ed alle offese che venissero fatte alla Religione ed a' suoi ministri, valendosi all'uopo anche di quanto le leggi vigenti consentono ai cittadini, vale a dire: proteste, petizioni, azioni giudiziarie, comizi pubblici ecc.;
d) e) ......
f) fonderà ed incoraggerà istituzioni economiche, dirette specialmente all'ascensione delle classi umili;
g) s'interesserà delle elezioni amministrative, adoperandosi, soprattutto, a completare le liste degli elettori cattolici, a distribuire e raccomandare la nota dei candidati di sani princìpi e ad ottenere la votazione
compatta...».
Mons. Berardi ha così la primogenitura nell'aver elaborato una strategìa che sarà fatta propria, molto più tardi, dai Comitati Civici di Gedda («Pro Aris et Focis»!). Se ci sono delle differenze, sono riscontrabili a livello di prassi, ma lo spirito è identico: la consacrazione ad ogni costo del temporale e del politico; l'ingerenza,
a livello istituzionale, nelle questioni della «polis»; 1'attualizzazione della «Dottrina Cristiana» nella convivenza civile e nella mediazione socio-politica; la sfiducia nel contesto politico, culturale e morale in cui i cattolici si trovavano a vivere ed operare... Insomma tutto ciò che il pontificato giovanneo ha spazzato via.
La questione cattolica, naturalmente, è tuttora aperta, ma oggi finalmente è messa nei giusti termini, di confronto e non di conflitto, e come un elemento con cui i partiti laici devono fare i conti, men tre molte diffidenze sono sparite. I cattolici hanno finalmente preferito lo stile evangelico del lievito ai toni bruschi delle apostrofi. E, soprattutto, oggi sarebbe certamente evitata la grave « gaffe » contenuta nell'articolo 4 dello Statuto in questione, ove recita: « ...possono essere soci tutti i cittadini di condizione benestante... »: in altri termini, le classi umili dovevano essere redente, ma non potevano essere protagoniste.
I marxisti la pensavano diversamente; perciò furono più efficaci e tempestivi nell'ottenere tanta parte del consenso delle masse.
(11)V. Robles Un Vescovo e il Movimento Cattolico nel Sud, «Studi Bitontini» 23, 1977, p. 43 e sg.